CRISI NEI CALL CENTER SICILIANI
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- Creato Martedì, 13 Novembre 2012 09:08
Il settore delle telecomunicazioni “morde la crisi”. Lo dichiara Giuseppe Tumminia, Segretario Regionale Uilcom -Uil e in Sicilia le ricadute possono essere devastanti.
E' di poche settimane fa l'ennesimo sollecito al Governo Nazionale alle Commissioni Bilancio,Attività Produttive,Lavoro di Camera e Senato del Sindacato di categoria,SLC-Fistel-UILCOM,rispetto alle tante procedure di Licenziamento che stanno interessando il settore.
Una delle cause principali,paradossalmente,sono gli sgravi previsti dalla Legge 407/90,i FES e i contributi Regionali pensati come strumenti attivi per incentivare l'occupazione che la logica delle gare a massimo ribasso,perpetrata dai grandi committenti (Telecom, Wind, Vodafone......) trasforma in dumping sul Costo del Lavoro: solo dopo appena ¾ anni di attività sul Territorio, al venir meno delle agevolazioni,si passa alla chiusura parziale o totale del Call Center con lo spostamento delle Commesse in appalto in un altra Regione o peggio delocalizzate in altri Paesi fuori dall'Europa.
Un passo in avanti è stato fatto dall'approvazione del Decreto Sviluppo che introduce l'esclusione dei benefici della 407/90(sgravi contributivi) per le aziende che delocalizzano le attività all'estero;L'iniziativa Legislativa va sicuramente nella giusta direzione ma da sola risulta insufficiente.
Le responsabilità maggiori ricadono sulle Grandi Aziende committenti,Titolari in concessione di una Licenza pubblica per l'esercizio del Servizio di Telecomunicazioni in Italia che da dietro le “quinte”regolano e determinano le contraddizioni dell'intero Settore nel Paese cercando di sopperire ad una naturale contrazione dei ricavi che sta caratterizzando il mercato.
Un mercato che ad ogni modo continua a viaggiare su livelli e indici macroeconomici al di sopra del PIL nazionale.
Inquietanti segnali arrivano nel rilevare un incremento di fenomeni di “lavoro nero” sia per l'attività di call center, la scoperta a Palermo della Guardia di Finanza di giorno 6 Novembre,di un call center con i lavoratori tutti in nero con una paga di 250 euro al mese è solo un esempio,sia per le attività di Rete, un fenomeno delinquenziale che senza un ruolo attivo delle aziende committenti non saremmo in grado di contrastare.
Come sindacato abbiamo chiesto la convocazione di tavoli provinciale ai Prefetti Siciliani, al fine di determinare quelle condizioni di massima trasparenza in grado di salvaguardare l'occupazione di migliaia di lavoratori.
Come responsabile, del maggior sindacato della regione, UICOLM Sicilia, lancio un invito a Confindustria Sicilia a scendere in campo attivamente nel salvaguardare un patrimonio industriale irrinunciabile per questa regione.
Palermo lì, 10 Novembre 2012
Giuseppe Tumminia, Segretario Generale Uilcom-UIL