27.06.2012 - COMUNICATO AI LAVORATORI - GRUPPO TELECOM
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- Creato Giovedì, 28 Giugno 2012 15:41
Si è aperto ieri, 25 giugno, il primo confronto relativo al Piano d’Impresa, così come convenuto nell’incontro tenutosi con l’Amministratore Delegato in cui è stato annunciato l’obiettivo di risparmiare 600 milioni di euro nel prossimo biennio, per il settore IT.
L’azienda ha fornito una serie di dati, contenuti nella presentazione allegata, atti a dimostrare le necessità di sostenere un forte cambiamento attraverso una semplificazione dei processi in maniera da eliminare gli interventi dettati dalle inefficienze. Tale processo, a giudizio aziendale, deve passare attraverso la riunificazione del settore IT, con l’esclusione di quello finalizzato al mercato esterno e oggi collocato in Top Client e TILab, verso una nuova società (oppure mantenendo SSC) in cui dovrebbero confluire SSC e il ramo di Telecom Italia oggi presieduto da 1176 lavoratori. Nel complesso l’operazione dovrà portare a una riduzione dei costi del settore, previsti a 809 milioni nell’anno 2012, pari a 82 milioni di euro nel biennio. In sede di replica, le OO.SS., pur condividendo i contenuti del cambiamento proposti per il settore IT, hanno evidenziato due forti criticità che rischieranno di compromettere i rapporti con l’azienda. Il primo riguarda la discussione sul Piano. E’ evidente che è del tutto inaccettabile immaginare che vi siano decisioni operative che riguardino singole parti dell’azienda in assenza di un progetto complessivo sul futuro di Telecom. Le Segreterie Nazionali hanno diffidato l’azienda dall’aprire procedure di cessione di rami in assenza di un progetto complessivo. In altre parole, se Telecom ritiene di avviare un progetto di societarizzazione delle 4 attività identificate come “core” dall’A.D. (rete, IT, Customer e Staff) deve sapere che ci sarà la più netta contrarietà del sindacato. L’inizio del processo di societarizzazione si avvierebbe, tra le altre cose, mentre è in corso nel Paese una discussione sul futuro della rete, di cui si ignorano i punti di arrivo ma che se dovesse prevedere la creazione di una società fuori dall’attuale perimetro di Telecom Italia porterebbe alla fine di Telecom come oggi è strutturata. Il secondo tema riguarda la costituzione della società d’informatica. Gli obiettivi dichiarati dall’azienda, per il rilancio e la riforma del settore IT, sono realizzabili anche attraverso la realizzazione di una divisione interna a Telecom, in cui far confluire i lavoratori di SSC. La divisione potrebbe avere autonomia contabile e responsabilità del tutto analoghe a quelle consentite da una società. E’ evidente che non potendo essere questa la motivazione alla base della decisione, ritorna il fondato sospetto che la volontà aziendale sia quella di voler “societarizzare” Telecom per poter così frammentare i lavoratori. Anche in questo caso i vertici di Telecom devono sapere che si scontreranno con la totale contrarietà dei lavoratori.
La contrarietà delle OO.SS. sono quindi, l’assenza di garanzie sul perimetro aziendale e l’assenza di chiarezza del “progetto complessivo” del nuovo Piano Industriale 2012- 2014. Non è accettabile affrontare una discussione in assenza del quadro di regole condiviso. Tanto più che l’operazione industriale che si vuole realizzare, che sembra essere la più importante di quelle realizzate negli ultimi anni, si avvierebbe in assenza di un confronto politico generale, sulle prospettive aziendali e di gruppo. Prospettive e strategie non affrontate nell’incontro tenutosi con l’Amministratore Delegato. Si consumerebbe, in questo modo, un altro strappo, procedere alla più importante riorganizzazione aziendale senza definirne i contenuti generali. E’ evidente che un processo di cambiamento come quello sopra illustrato ha, come precondizione per la sua riuscita, la necessità di avere il pieno coinvolgimento, la consapevolezza e il totale riconoscimento dei dipendenti nel progetto aziendale. Scorciatoie che tentano di evitare quest'obiettivo sono destinate solamente a produrre nuovi strappi con i lavoratori e, di conseguenza, una risposta inefficiente rispetto le sfide del futuro. Per questi motivi le OO.SS. hanno chiesto a Telecom di astenersi dall’avviare procedure finalizzate a intraprendere processi di societarizzazione che, se avviati unilateralmente, non potranno che vedere l’avvio di tutte le iniziative necessarie a contrastare un’operazione che ha come unico obiettivo quello di dividere i lavoratori. Nello stesso tempo vanno avviate da subito le assemblee dei lavoratori per aprire una discussione sui rischi legati ai processi di societarizzazione, inquadrati in uno scenario che potrebbe vedere la rete fuori dal perimetro aziendale, con la creazione di una Holding sotto la quale porre società di scopo quali l’IT, i customer e le aree di Staff, con una Telecom totalmente diversa da quella di oggi.
LE SEGRETERIE NAZIONALI
SLC-CGIL - FISTEL-CISL - UILCOM-UIL