PROGETTO. SULLE PENSIONI I SINDACATI DI POLIZIA DEVONO ELABORARNE UNO COMUNE

Sulle pensioni abbiamo assunto fin dall’inizio le iniziative che ritenevamo più incisive ed efficaci, cioè elaborare una nostra proposta strategica ed individuare gli interlocutori, formali ed informali, cui affidare il compito di seguire il cammino della vicenda per giungere ad un risultato che sia il migliore oggi possibile per i poliziotti.

Come tutti ricorderete, sul piano formale abbiamo ritenuto opportuno investire direttamente il Presidente Napolitano per una pluralità di motivi facilmente intuibili nel particolarissimo momento che sta attraversando la politica nel nostro Paese, ivi compreso l’importantissimo e positivo ruolo da lui svolto nel 1997 nel far arrivare in porto la precedente riforma delle nostre pensioni.

Dopodiché,  portate a termine tutte le iniziative informali che ritenevamo strategiche ed avendo appreso dal Ministero della conferma, manifestata dal Ministro Fornero, dell’intento di incontrare le organizzazioni sindacali e le rappresentanze militari del Comparto, abbiamo ritenuto opportuno partecipare anche noi ad incontri collettivi con leader politici.

Possiamo garantirvi che lo spettacolo cui i politici hanno assistito non è stato certamente dei migliori: rivendicazioni di segno diverso, se non addirittura opposto, non solo tra appartenenti a diverse amministrazioni, ma anche a diverse sigle nell’ambito della stessa amministrazione, con incompatibilità tra sigle manifestate pubblicamente e platealmente con l’abbandono della sala.

Non un confronto, ma una caricatura di confronto che ricorda la cassetta di ortaggi degli “sgommati”, una pantomima in cui il politico di turno non può far altro che assumere il generico impegno di sensibilizzare il Governo affinché ci ascolti, un impegno ad ascoltarci che l’Esecutivo ha già assunto, lo sapevamo noi come lo sapevano loro.

Il problema non è più SE ci ascolteranno, ma COSA andremo a dire.

Se ci presenteremo al Ministro Fornero in queste condizioni, senza avere un progetto di massima che accomuni le rivendicazioni non solo nel Comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico, ma anche nell’ambito delle organizzazioni sindacali del personale della Polizia di Stato, la possibilità di difendere gli interessi dei poliziotti sarà ridotta a zero.

Ma c’è di più, e di peggio.

Oggi più che mai emerge l’assoluta eterogeneità delle componenti di un Comparto che vede convivere al suo interno competenze e percorsi professionali talmente diversi da avere esigenze - e quindi rivendicazioni - che possono essere addirittura contrapposte.

Se, con tutte le sigle sindacali che rappresentano i poliziotti, non saremo capaci di convergere e far fronte comune su un progetto strategico, da confrontare con la linea che i comandi militari stanno elaborando, per poi giungere ad una sintesi idonea a salvaguardare gli interessi dei poliziotti, il rischio concreto è che questi soccombano ancora a favore delle stellette e non solo, forse ANCHE di altre componenti.

E’ necessario quindi uscire dalla logica della sola - e quindi inconcludente - protesta per passare con determinazione alla sintesi di una proposta che indichi chiaramente le priorità, così come noi abbiamo fatto fin dall’inizio, spiegando con chiarezza che ormai il problema non è più soltanto QUANDO potremo andare in pensione, ma anche QUANTO ci daranno.

Dal 1° gennaio scorso siamo tutti passati al calcolo della pensione con il sistema misto: questo vuol dire che, siccome di anno in anno una parte sempre crescente della nostra pensione sarà calcolata sulla base del sistema contributivo, la proporzione che c’è adesso con l’ultimo stipendio diminuirà sempre di più.

Oggi la pensione è uguale all’ultimo stipendio, tra alcuni anni la pensione rischia di essere LA META’.

Per questo non basta limitarsi a tentare di difendere l’attuale sistema con qualche piccolo ritocco, ma occorre poter sottoporre alla controparte una proposta credibile che eviti di penalizzare i poliziotti rispetto a tutti gli altri lavoratori dipendenti, che già nei prossimi anni potranno raggiungere pensioni molto più elevate rispetto alle nostre.

Dal 1° gennaio c’è per tutti il sistema misto e, tra qualche anno, il sistema contributivo puro mentre, fin da subito, non esiste più un “massimo pensionistico” come quello previsto finora dal sistema retributivo.

Questo discorso riguarda quindi TUTTI i poliziotti.

Su un tema come questo ed in un momento come quello attuale i poliziotti non possono assolutamente permettersi il lusso di dividersi ancora per logiche di bandiera: proseguire in questa direzione avrebbe conseguenze molto gravi e noi stiamo invece lavorando per cercare di compattare il fronte sindacale, perché la Uil Polizia è il Sindacato dei Poliziotti.

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