POLIZIA PENITENZIARIA SENZA MEZZI DI TRASPORTO

“E’ come alzare una bandiera bianca, quando non riusciamo a fare il nostro lavoro”.

E' questo il commento del coordinatore regionale della Uilpa Penitenziari Gioacchino Veneziano al fatto che è stato spostato un processo di mafia a causa del ritardo della polizia penitenziaria nel trasportare i detenuti.

"Abbiamo tutto il parco macchine fermo perché non ci sono soldi per le riparazioni - afferma-, anzi ci risulta che un paio di autovetture sono state usate pur avendo i freni a limite del ferodo, e un’altra con le frecce direzionali guasti per trasportare detenuti, cosa vietata dal regolamento per le traduzioni. E’ un bollettino di guerra, infatti, abbiamo dovuto chiedere aiuto al carcere di Pagliarelli. Comprendiamo i rilievi della D.ssa Camassa, ma possiamo assicurare tutti i Magistrati che a Trapani siamo a piedi, come a breve lo saremo in tutta la Sicilia. Purtroppo quello che fa male è il fatto che tutti sanno che siamo allo stremo, ma nessuno dal Dipartimento Amminsitarzione Penitenziaria di Roma, che dal Provveditorato Regionale della Sicilia, dicono a chiare lettere, è cioè che il fatto di Trapani è l’inizio della fine del servizio delle traduzioni in Sicilia, essendo tutti gli automezzi fermi per guasti quindi è facile immaginare quali conseguenze si riverbereranno sul sistema giustizia, atteso che la mancanza degli autoveicoli destinati al servizio delle traduzioni potrebbe impedire la presenza in aula degliimputati mettendo a rischio decine di processi".

"Negli ultimi mesi – denuncia Veneziano - diversi sono stati gli incidenti che hanno visto coinvolti mezzi della polpen che potrebbero aver avuto origine dallo stato di obsolescenze degli stessi o riferibili addirittura ad inidoneità strutturale. In gioco,quindi, non è solo l’incolumità fisica dei poliziotti penitenziari o dei detenuti ma di tutta la collettività. Proprio la Uil Penitenziari ha da tempo innescato una vertenza. Ora il nodo viene al pettine e ben si comprenderà la portata della nostra battaglia – conclude il sindacalista –. Quando con incisività, ma sostanzialmente inascoltati, abbiamo denunciato gli effetti dei tagli lineari e della spending review avevamo ben presente a cosa si andasse incontro, ed il fatto di Trapani è la prova inconfutabile che lo Stato non è in grado di dare più un servizio di sicurezza".

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