Arresti per caporalato nel Trapanese. Uila: "Vera e propria emergenza in Sicilia"
- Dettagli
- Creato Venerdì, 15 Giugno 2018 07:30
“Le operazioni anticaporalato a Mazara, Marsala e Vittoria, dove braccianti lavoravano per pochi euro l'ora fino a 12 ore al giorno, vivevano in fogne a cielo aperto e ricevevano pane duro per pranzo e cena, confermano come esista un’emergenza-sfruttamento nelle campagne siciliane. Siamo grati a Procure e Polizia di Trapani e Ragusa per queste inchieste, emblematiche e coraggiose. Le forze dell’ordine e la magistratura, però, non possono rimanere sole a combattere questa battaglia di civiltà”. Lo affermano Nino Marino, Maria Concetta Di Gregorio e Tommaso Macaddino, segretari generali di Uila Sicilia, Ragusa e Trapani, che aggiungono: “Devono essere i consumatori, i cittadini, a fare la differenza quando vanno a fare gli acquisti affermando concretamente, come da tempo ripetiamo noi della Uila, che Buono È Legale! Devono essere le associazioni delle imprese agricole a fare fronte con noi inserendo nel nuovo contratto nazionale di lavoro dei braccianti, che torneremo a discutere la prossima settimana, le clausole anticaporalato proposte dalle organizzazioni sindacali”.
Marino, Di Gregorio e Macaddino, ricordando infine i dati di uno studio recentemente diffuso dalla Uila, dichiarano: “Oggi, da Mazara a Vittoria abbiamo avuto ulteriore e drammatica conferma dei motivi di allarme che, dati alla mano, avevamo manifestato nelle scorse settimane. Sui campi siciliani lavorano molti più italiani (115 mila 801, pari al 78.04 per cento) che stranieri. Dati in linea con quelli dell’intero Meridione ma in controtendenza rispetto al Nord. Temiamo che nella nostra Isola, dietro una forbice così ampia, si nasconda un gigantesco fenomeno di sfruttamento della manodopera irregolare, una inquietante mole di lavoro nero e caporalato”.