Elezioni CSPI: come previsto, alta astensione

Le elezioni del CSPI, si sono svolte in momenti e circostanze che già all’inizio avevamo rilevato negativamente e che avrebbero, come poi è avvenuto, caratterizzato l’intera procedura elettorale.

 

Il lungo contenzioso con  il Ministro; la sentenza del Consiglio di Stato che  ha indetto le elezioni per eleggere i 18 componenti del nuovo Consiglio Superiore della Pubblica istruzione; le procedure, definite in modo frettoloso e, come al solito, senza alcun coinvolgimento delle organizzazioni sindacali; Il decreto legislativo che prevedeva nuove elezioni del 1999 con un metodo elettorale differente, addirittura con un sistema di  elezioni di secondo livello (rappresentanti dei Consigli regionali).

In tutti questi anni nessun ministro ha indetto le elezioni, provocando di fatto lo scioglimento del Cnpi le cui competenze  sono state esautorate completamente.

Nel corso degli anni è stata introdotte una norma di legge che delega il ministro a definire le modalità di elezioni e il Parlamento non è stato mai in grado di varare la riforme degli Organi collegiali della Scuola che, come è noto, dovrebbero avere articolazioni territoriali che, dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, sono addirittura più pregnanti di quelli nazionali.

Il Ministro, obbligato da una sentenza del Consiglio di Stato, al di fuori di ogni visione strategica,  ha scelto la elezione diretta e ha indetto in tutta fretta le elezioni, scaricando - come al solito – sulle scuole, sul personale, sui soggetti associativi le conseguenze del ritardo.

Considerato che Il CSPI è composto per il 50% su designazione del ministro,è eveidente come sia snaturato il principio di rappresentanza.

La Uil Scuola ha partecipato alle elezioni per affermare la propria “voce libera della scuola”.

Con questa connotazione  abbiamo affrontato una competizione elettorale anomala non  comparabile  con ogni altra  competizione elettorale come quella recente delle RSU che ha  misurato il grado di rappresentatività sindacale.

In questa specifica circostanza, la UIL ha radicato il proprio livello di consensi e per il meccanismo elettorale definito unilateralmente dal ministro in carica, non si è visto riconoscere nessun eletto, pur avendo complessivamente saldo il proprio grado di rappresentatività.

Dai dati pubblicati dal Miur che si allegano, si nota innanzi tutto  che è l’astensione la caratteristica più importante di queste elezioni, meno del 50% dei lavoratori hanno partecipato alle elezioni, un dato politicamente rilevante che dovrebbe far riflettere il ministro circa il sistema di elezioni e la composizione dell’organismo che si presenta squilibrata per le reali forze rappresentative in campo, oltre che per le diverse componenti professionali che non rappresentano la scuola reale (vi sono più eletti nella scuola di primo grado che è nettamente inferiore dal punto di vista numerico della secondaria di secondo grado che ne ha solo tre).

Ancora una volta bisogna rilevare come l’atteggiamento unilaterale privo di qualsiasi confronto da parte del ministro, delegittima le istituzioni rappresentative e  allontana la partecipazione del lavoratori che non si sono sentiti coinvolti per eleggere gli  organismi di rappresentanza professionale che, invece, dovrebbero essere il cuore di tutta l’impalcatura istituzionale della scuola pubblica così come definita dalla Costituzione che, da ultimo, lo stesso disegno riformatore della “ buona scuola” di Renzi-Giannini, vuole ridimensionare in senso autoritario e burocratico.

Per quanto ci riguarda, abbiamo registrato performance interessanti nel settore del personale ATA dove siamo saldamente il secondo sindacato; nella scuola secondaria di primo grado dove pur essendo in percentuale ed in valore assoluto il quarto sindacato e avere il candidato con 4.343, non ci vediamo riconoscere il 4° seggio andato ad un candidato che ha riportato 4.227 voti,meno del nostro.

 

- i dati nazionali

- i dati della commissione elettorale

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