OSPEDALI DI CASTELVETRANO E MAZARA AL COLLASSO. LA DENUNCIA DELLA UIL FPL

“I presidi ospedalieri di Castelvetrano e Mazara del Vallo sono al collasso. E’ una vergogna”. Lo afferma il segretario provinciale della Uil Fpl Giorgio Macaddino facendo notare che gli scenari sulle future problematiche che si sarebbero verificate nei due nosocomi “oggi si sta verificando puntualmente, nonostante gli ammonimenti all’azienda sanitaria provinciale”.
“Con rammarico devo evidenziare – afferma Macaddino - che in provincia di Trapani la sanità cammina a due velocità. E’ come se vi fossero ospedali di serie A (Marsala – Trapani) e ospedali di serie B (Castelvetrano – Mazara – Salemi -  Alcamo). Già nel settembre del 2010 avevamo con un nostro documento sollecitato i vertici aziendali dell’A.S.P. a fare qualcosa in proposito, in modo che tutte le strutture ospedaliere del territorio potessero godere di pari dignità. A distanza di due anni le scelte dei vertici aziendali non sono cambiate, anzi, continuano a operare attuando strategie che  hanno creato una spaccatura nella provincia”.
Il sindacalista, illustra in primo luogo la situazione che si è venuta a creare dopo la chiusura per ristrutturazione dell’ospedale di Mazara del Vallo: “sicuramente i tempi per la riapertura sono molto lunghi, e già il disastro che si sta registrando nella città di Mazara è indescrivibile. Nonostante l’imponente finanziamento, a tutt’oggi tardano a partire i lavori di ristrutturazione del presidio ospedaliero, aggravando di fatto una situazione ormai divenuta insopportabile e insostenibile in quanto nonostante gli sforzi profusi dagli operatori tutti non si riesce a dare una risposta alla domanda sanitaria che in questi mesi ha messo a dura prova, sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista fisico, gli operatori stessi”.
A causa dei disagi all’Abele Aiello di Mazara, molti utenti mazaresi usufruiscono dei servizi del P.O. di Castelvetrano, in quanto facilmente raggiungibile in breve tempo. Lo stesso vale per l’utenza di Salemi, dopo il declassamento dell’ospedale.
“L’ospedale di Castelvetrano – aggiunge Giorgio Macaddino -, anche se i vertici aziendali dell’Asp sembra che non lo vogliano accettare, è diventato non solo il riferimento di tutta la valle del Belice, ma anche di una buona parte dei comuni della provincia di Agrigento in quanto è l’unica struttura per acuti rimasta. I dati degli accessi al pronto soccorso sono la prova tangibile. Gli utenti che hanno usufruito dei servizi dell’area d’emergenza del P.O. al 31 luglio 2012 sono ventimila molto di più di altri presidi dell’azienda (vedi Marsala) il quale viene premiato con un comunicato della Direzione Generale il 4 agosto 2012 per avere raggiunto l’obiettivo dei sedicimila accessi”.
Il segretario della Uil Fpl mette in evidenza che “il presidio sanitario di Castelvetrano ha in dotazione organica la metà operatori rispetto a Marsala, e l’Azienda sanitaria, invece, di  prendere in considerazione tutto ciò e cercare di dare un servizio migliore ai cittadini ed evitare lunghe attese, trasforma due posti di biologi in anestesisti per il P.O. di Marsala con un laboratorio di analisi cliniche del P.O. di Castelvetrano al collasso (in un anno effettua circa cinquecentomila prestazioni con un servizio non sempre attivo nelle 24 ore con una forza lavorativa di cinque sanitari e cinque tecnici). Nessuno mette in dubbio la necessità di nuove figure sanitarie quali gli anestesisti, ma non bisogna sopprimerne altre creando una guerra fra poveri a discapito dei cittadini. Fare sanità vantandosi di aprire nuovi servizi o nuove strutture (vedi R.S.A. di Castelvetrano o di Salemi ) e poi abbandonarli al loro destino, non assumere o non rinnovare gli incarichi in scadenza per dimostrare  di essere virtuosi è molto facile stando dietro una scrivania, solo  il lavoro, i sacrifici e la professionalità delle varie figure sanitarie e para-sanitarie, ognuno per il proprio ruolo mettendo spesso a repentaglio la loro incolumità, riescono a mascherare le lacune di questa amministrazione, lavorando in una struttura ospedaliera sicuramente non  degna di questo nome (lavorando in mezzo alla polvere e senza aria condizionata), così facendo si danno solo pessimi servizi e una cattiva immagine creando solo malcontento. Un servizio sanitario efficiente non può permettere che si creino liste di attesa lunghissime, costringendo la gente a rivolgersi a professionisti e a strutture private”.
Giorgio Macaddino conclude rivolgendo un appello al direttore sanitario dell’Asp di Trapani: “Sarebbe opportuno – dice – che il dirigente verificasse di persona le situazioni reali che si verificano nei pronto soccorso degli ospedali sopra citati, in modo da avere una visione realistica di quelle che sono le esigenze di utenti e personale sanitario”.
Al direttore generale, invece, fa notare che “se l’ospedale di Mazara fosse a pieno regime, cosa succederebbe a Castelvetrano e a Marsala? Si può affidare anche una sola vita alla fredda logica dei numeri, nonostante le dotazioni organiche siano state determinate con decreto assessoriale della Regione Siciliana? Conosce il direttore generale il diario di una notte al pronto soccorso? Sa ad esempio a Mazara che può succedere di avere un ictus e dovere attendere per un ora il reperimento di un radiologo per procedere alla Tac, che dovrà essere refertata a Marsala e che dopo tre ore ritornerà a Marsala per disporre il trasferimento ad Alcamo? Questa è stata l’odissea vissuta da una donna la notte prima di essere dichiarata deceduta. Sa il direttore generale che al pronto soccorso di Castelvetrano mentre si attende per ricevere le cure in mezzo a una folla oceanica si può essere colti da infarto? Queste cose succedono. Sì, è proprio così. Però abbiamo una dotazione rispettata, anzi in esubero. Bisognerebbe avere una dimensione reale della portata dei drammi che si vivono in tutti i presidi ospedalieri. Invito, pertanto, il dirigente, prima di rassegnare le dimissioni, a vivere insieme una giornata nei pronto soccorso del territorio trapanese”.

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