LA UIL FPL INTERVIENE SULLA RIORGANIZZAZIONE DELLA RETE OSPEDALIERA PROVINCIALE. MACADDINO: "NON SEGUE I CRITERI DELL'EFFICENZA, DELLA RAZIONALITA' E DEL RISPARMIO"

Il segretario generale della Uil Fpl di Trapani Giorgio Macaddino scrive al direttore generale dell’Azienda sanitaria di Trapani per segnalare una serie di criticità riscontrate nella riorganizzazione della nuova rete ospedaliera e nella nuova pianta organica aziendale che “dimostrano in maniera evidente l’incapacità di fare delle scelte nell’interesse generale, lasciandosi forse influenzare da pressioni politiche e campanilistiche non tenendo conto purtroppo delle reali esigenze del territorio”.
Di seguito il testo della lettera inviata al direttore dell’Asp Fabrizio De Nicola.

“Ancora una volta, purtroppo con rammarico, ci troviamo a prendere atto dell’incapacità di chi gestisce questa Azienda ad affrontare e soprattutto risolvere i problemi che sono tantissimi della sanità in Provincia di Trapani.
Le aspettative manifestate, i buoni propositi e le capacità manageriali dell’attuale Direttore Generale lasciavano trasparire finalmente che la nostra azienda potesse diventare un punto di riferimento nel contesto regionale, mentre la riorganizzazione della nuova rete ospedaliera e non ultimo la presentazione della nuova pianta organica aziendale dimostrano in maniera evidente l’incapacità di fare delle scelte nell’interesse generale, lasciandosi forse influenzare da pressioni politiche e campanilistiche non tenendo conto purtroppo delle reali esigenze del territorio.
Più di una volta ci siamo sforzati di far capire che nella fase di rifacimento e approvazione della rete ospedaliera fosse fondamentale tener conto:
1) dei numeri, e per questi si intendono, prestazioni sanitarie e qualità di servizi resi, che danno indicazioni sulle scelte e preferenze degli utenti;
2) delle strutture esistenti nel territorio e della loro ubicazione,  poiché essendo al servizio del territorio devono essere facilmente raggiungibili e nel più breve tempo possibile.
Un esempio. L’ospedale di Castelvetrano progettato con criteri di una moderna struttura ospedaliera (costata più di 60 miliardi delle vecchie lire), nata per essere al servizio della Valle del Belice e non solo (poiché si trova in una posizione geografica strategica) è una struttura che è diventata il riferimento anche di una buona parte dei comuni della Provincia di Agrigento quali Menfi, Montevago, Santa Margherita di Belice, Sambuca di Sicilia e della stessa Sciacca
(i dati degli accessi al pronto soccorso sono la prova tangibile. Gli utenti che ne usufruiscono, in un anno sono circa 35 mila, (dopo Trapani è il pronto soccorso che registra più accessi. L’amministrazione dell’Asp, invece di rendere la struttura più funzionale possibile, cosa fa? Ridimensiona servizi quali Radiologia e Patologia clinica e non da il giusto valore al pronto soccorso e a l’Oncologia medica che per numero di prestazioni sarebbero dovuti passare da “struttura semplice” a “struttura complessa”, vanificando il lavoro e i sacrifici delle varie figure sanitarie e para-sanitarie, ognuno per il proprio ruolo svolto in questi anni (molti dipendenti sono a credito di spettanze economiche da circa un anno), riducendo inoltre i posti letto a poco più di un centinaio, sicuramente insufficienti sia per la grande richiesta di ricoveri sia per renderla struttura complessa, l’ospedale di Castelvetrano in questo modo diventa uno scatolone vuoto.

Storia a parte rappresenta il disastro che si sta registrando nella citta di Mazara del Vallo. Nonostante l’imponente finanziamento, a tutt’oggi tardano a partire i lavori di ristrutturazione del presidio ospedaliero, aggravando di fatto una situazione ormai divenuta insopportabile e insostenibile in quanto nonostante gli sforzi profusi dagli operatori tutti non si riesce a dare una risposta alla domanda sanitaria che in questi mesi ha messo a dura prova, sia dal punto di vista psicologico sia dal punto di vista fisico, gli operatori stessi.
Si dovrebbero, inoltre, valorizzare strutture esistenti e ristrutturate da circa otto anni e mai utilizzate (per una spesa di circa 1,3 milioni di euro) come il vecchio ospedale di Castelvetrano con una potenzialità di 35 posti letto.
E allora ci chiediamo: è questo il modo più efficiente di utilizzo del denaro pubblico?
Alla faccia della tanto pubblicizzata e decantata politica regionale dei “minori costi” e dei “maggiori sevizi” nella sanità”.
 Bisognerebbe creare delle strutture di eccellenza in modo che possano soddisfare in tempi    brevissimi le esigenze della gente, e non mantenendo in tutti i presidi  servizi base dando pessimi servizi con dei costi esorbitanti.  Un servizio sanitario efficiente non si  può permettere che si creino liste di attesa lunghissime e vergognose, costringendo la gente a rivolgersi a professionisti e a strutture private perché il pubblico non riesce a soddisfare.
Veramente gli interessi politici – elettorali o di natura campanilistica - sono più importanti di una razionale distribuzione della sanità nel territorio?
Caro Direttore Generale, non pensa che una più oculata distribuzione dei servizi sanitari nel territorio (cercando di andare incontro alle esigenze effettive della gente), oltre che offrire dei servizi qualitativamente più efficienti, potrebbe anche portare a un notevole risparmio sul bilancio aziendale?”

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