Relazione del segretario generale Eugenio Tumbarello al XVI Congresso Territoriale Uil Trapani

Care Delegate, cari Delegati, Gentilissimi Ospiti,
oggi celebriamo il 16° Congresso della Camera Territoriale di Trapani dando allo stesso un titolo che non può che richiamare la situazione del momento, nella quale il valore e la dignità del lavoro sono centrali per le persone che noi rappresentiamo.
Il “lavoro dignitoso”, il così detto “decent work”, è richiamato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro che ha l’obiettivo primario di “fornire a ogni uomo e ogni donna possibilità reali di accedere ad un lavoro produttivo in condizioni di libertà, uguaglianza, in condizione di sicurezza e dignità umana”
Ciò può avvenire se viene incoraggiata la creazione di nuovi posti di lavoro (dignitosi per l’appunto) migliorando la protezione sociale e rafforzando il dialogo sociale sulle tematiche del lavoro.
È significativo come il Parlamento Europeo recepisce le istanze internazionalistiche tese al rafforzamento della dimensione sociale della globalizzazione, ritenendo che la promozione di posti di lavoro dignitosi dovrebbe rappresentare una priorità sia sul piano nazionale, sia su quello dell’UE, nonché a livello globale.
Secondo il PE, garantire un lavoro dignitoso, assicurando diritti sindacali, protezione sociale e uguaglianza di genere, è indispensabile per sradicare la povertà.
Il PE medesimo, tuttavia, non può fare a meno di registrare che il programma e l’obiettivo di un lavoro dignitoso per tutti rappresentano una lacuna nella politica estera e nelle politiche commerciali e monetarie dell’Unione.

Il lavoro dignitoso riassume le aspirazioni di tutti i lavoratori nei così detti 4 pilastri:
a) i diritti sul lavoro che costituiscono la base etica e giuridica del lavoro dignitoso;
b) l’occupazione che è un elemento vitale del lavoro dignitoso;
c) la protezione sociale che esprime l’istanza di tutela del lavoratore da ogni forma di accidente e vulnerabilità in cui possa incorrere durante l’arco della sua vita lavorativa;
d) e, infine, il dialogo sociale che dà la misura della voce dei lavoratori nei processi d’impresa.

Attraverso i diritti di informazione, consultazione e partecipazione tramite proprie rappresentanze i lavoratori sono coinvolti nelle scelte aziendali.

Il dialogo con gli altri attori dei processi produttivi, nonché con le autorità pubbliche, consente ai rappresentanti di difendere gli interessi dei lavoratori ed è funzionale ad un modello di democrazia partecipativa.

Il lavoro dignitoso per tutti deve quindi diventare l’elemento centrale dello sviluppo economico, commerciale e finanziario.
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Mi ha colpito molto una riflessione a firma Curzio Maltese che, trattando di “Giovani in relazione alle politiche europee sulla salvaguardia delle Banche”, riporta un riferimento alla “teoria del lampione” di Jean Paul Fitoussi, che qualcuno conoscerà.
Parte dalla nota storiella di quell’uomo che cerca le chiavi di casa sotto un lampione.
“le hai perse qui?” chiede l’amico
“No” è la risposta “ma qui c’è la luce”.
L’economia e la politica di oggi sono come l’uomo che cerca le chiavi nel posto sbagliato.
Le liberalizzazioni, i continui tagli allo Stato Sociale avrebbero dovuto renderci tutti più ricchi, soprattutto i ceti medi, garantendo così una poderosa crescita e un futuro prospero alle future generazioni.
È accaduto l’opposto. L’economia è andata in recessione. I ceti medi si sono impoveriti. La disoccupazione giovanile è schizzata alle stelle.
Eppure c’è chi nega l’evidenza e accusa gli Stati di non aver applicato abbastanza bene una ricetta disastrosa chiedendo più precariato giovanile, altri tagli al welfare e austerità.
E ci dicono che i nostri giovani devono essere ancora più flessibili e precari.
Per trovare lavoro non bisogna essere choosy, schizzinosi, come blaterano tanti : come se i giovani italiani non fossero i più precari e sotto pagati d’Europa e nonostante questo disoccupati al 42%.
Naturalmente è vero il contrario.
Bisogna scegliere con cura nuovi e migliori posti di lavoro.
Cercare le soluzioni, quindi, oltre il lampione, che riflette la luce del passato.
L’economia dell’ambiente può creare in Europa milioni di posti di lavoro.
Il turismo e la cultura in Italia (con il patrimonio che abbiamo) impiegano la metà degli addetti della Francia e poco più di un terzo rispetto alla Germania.
Lo sviluppo tecnologico crea in continuazione nuovi lavori, per i quali, haimè, i nostri giovani, a furia dei tagli lineari realizzati negli ultimi anni nella Scuola, non sono preparati.
Una scuola che, in Italia in modo particolare, deve essere resa più attuale ed adatta ai nuovi mestieri, che deve saper cogliere le necessità di un contesto lavorativo e sociale profondamente mutato.
Per intervenire in tutti i settori in modo efficace, ovviamente, occorre un grande intervento pubblico da parte degli Stati e dell’Unione Europea.
Basterebbe, a titolo esemplificativo, destinare all’investimento in posti di lavoro anche soltanto la metà dei 2.000 miliardi di euro messi a disposizione dall’Europa per il salvataggio delle Banche negli ultimi anni.
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Lo scenario del mondo del Lavoro in Italia, fortemente provato da crisi strutturali e di sistema, ci impone di fare riferimento ad ogni condizione, o strumento, che possa permettere al Paese di favorire quella ripresa necessaria a far tornare i lavoratori e le loro famiglie almeno a quelle condizioni di serenità registrate negli anni precedenti il 2008.
Volendo riferire la nostra attenzione specificatamente alla nostra provincia, noi come Uil di Trapani abbiamo il compito, sinergicamente con tutti gli altri attori, di tentare e di trovare le soluzioni per il lavoro, naturalmente con quelle che sono le nostre peculiarità di sindacato e di sindacato che opera in un contesto caratterizzato dai fattori tipici di questa nostra terra.
Per far ciò bisogna mettere a confronto, fotografandoli, i dati di questo preciso momento con i dati del periodo pre-crisi, e in forza di questa analisi incardinare delle proposte che possano far si che la fotografia dell’oggi al più presto si sbiadisca e che torni il colore sulla fotografia di prima.
Perché ciò accada nessuno dimentichi i problemi cronici di questa terra, facendo in modo che il comportamento di onestà di ognuno di noi sia l’essenza per far vincere sempre le idee e i valori che contraddistinguono la stragrande maggioranza delle persone oneste che lavorano e producono.
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Nel congresso precedente, nel 2009, come Uil di Trapani e con Giovanni Angileri segretario generale, abbiamo lanciato, e adesso intendiamo confermare e rafforzare, la proposta di dare concreta attuazione ad un autentico disegno strategico di sviluppo territoriale da parte di tutta la classe dirigente del nostro territorio (formata da imprenditori, politici, professionisti, rappresentanti delle organizzazioni imprenditoriali e del lavoro autonomo e rappresentanti delle organizzazioni dei lavoratori) fruendo delle ingenti risorse finanziarie destinate alla politica di coesione nell’ambito della programmazione 2007-2013 dei fondi strutturali comunitari prima, e di tutte le ulteriori risorse utilizzabili adesso.
Affermando che per garantire al nostro territorio una reale capacità attrattiva di nuovi investimenti, occorreva puntare come fase preliminare all’implementazione di Zone Franche Urbane, che oggi vi sono ad Erice, Trapani e Castelvetrano e che possono rappresentare, come già dicevamo allora, un utile volano per lo sviluppo del nostro territorio, nonché robusta leva fiscale, tra i principali fattori di attrattività degli investimenti.
Avevamo affermato che bisognava snellire la burocrazia e prendiamo atto che la Sicilia è stata la prima regione ad abolire le province dando un segnale forte verso la semplificazione dell’apparato della Pubblica amministrazione.
E’ chiaro che ci aspettiamo, e per questo dobbiamo essere parte attiva e vigile, che ci si adoperi affinché vengano trasferite in modo funzionale le competenze ai Comuni.
Riteniamo che bisogna fare in fretta, cioè passare dalle enunciazioni all’adozione di atti urgenti e di seria amministrazione per far uscire dal pantano in cui si trova la Sicilia e la Regione Siciliana.
Con il Presidente Crocetta auspichiamo che si possa cambiare radicalmente il passo che ci porterà a consegnare alla Sicilia un’immagine rinnovata, di grandi certezze e di concrete prospettive, rispetto ai due precedenti governi che hanno, invece, macchiato la loro azione con la più grave delle accuse, in quanto entrambi i Presidenti sono stati rei di avere favorito la mafia.
È evidente che l’azione dell’attuale governo regionale dovrà distinguersi, oltre che per il rigore e la determinazione nello spazzare via focolai di malaffare più diffuso nei centri di spesa della regione siciliana, per la capacità che lo stesso deve avere nel risolvere il dramma che vede oggi in grave difficoltà i lavoratori della Formazione Professionale, i lavoratori forestali, i lavoratori a tempo determinato a vario titolo che prestano attività negli Enti Locali e nelle Aziende Ospedaliere.
Una nuova politica che possa segnare il passo di una reale azione di governo capace di intercettare con progetti di qualità i Fondi Europei, attraverso i quali si potrà certamente cambiare il volto alla Sicilia.
Riteniamo che la gravità del momento richieda uno sforzo comune, necessario nella realizzazione di una positiva unitarietà sindacale, valore aggiunto sperimentato in positivo nel passato.
Noi, come Uil, diciamo che non bisogna lasciare solo il Presidente Crocetta, ma che lo stesso abbia l’umiltà di non fare il solista, e si apra maggiormente invece, ai giovani, agli imprenditori, agli artigiani, ai commercianti, nella buona sostanza, a tutti i portatori di interessi sani.
Solo così si potrà determinare la possibilità di un confronto leale e costruttivo che possa far esplodere tutto l’entusiasmo e la creatività di cui la stragrande maggioranza dei siciliani è detentrice.
Lo sviluppo del nostro territorio passa dall’incremento delle strutture ricettive e il potenziamento delle opere strutturali.
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È evidente che l’aeroporto di Birgi rappresenta oggi un importante crocevia europeo per l’approdo di turisti ed operatori nel nostro territorio. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio turistico regionale, infatti, si è registrato nel 2013 un segno positivo nelle presenze turistiche del 7,2 per cento.
Lo stesso può affermarsi per le realtà portuali della provincia che ha visto un sensibile incremento del transito delle crociere.
A tal proposito auspichiamo che sia ripristinata l’autorità portuale che metta in rete tutti i porti della Provincia.
Ancora oggi, però, non si riesce a ottenere i benefici delle presenze dei visitatori per una serie di ragioni:
- una storica carenza di strutture ricettive;
- la mancanza di un sistema di rete che permetta di pianificare percorsi turistici;
- la carenza di servizi a favore del turista;
- la mancanza di collegamenti stradali e ferroviari tali da permettere un’efficiente sistema di collegamento del nostro territorio.
La crescita del turismo, uno dei primi e più importanti settori di sviluppo, può determinare l’aumento di posti di lavoro, la diffusione di nuove professioni e l’articolazione di nuovi servizi in grado di poter sviluppare il nostro tessuto economico-sociale.
E’ evidente che bisogna intervenire a sostegno dei settori tradizionali di produzione primaria quali la pesca e l’agricoltura, settori nei quali si è registrata negli ultimi anni l’inesorabile perdita di migliaia di posti di lavoro e la cancellazione di speranze e aspettative di tante famiglie.
Questi due settori rappresentano un importante volano di sviluppo dell’economia della nostra provincia, infatti, i prodotti agricoli e ittici hanno sempre rappresentato un ottimo biglietto di visita per tutta la provincia in giro per il mondo.
Ma l’assenza cronica di politiche nazionali e regionali in materia di tutela dei nostri prodotti, il perdurare degli effetti della globalizzazione oltre a politiche comunitarie restrittive, hanno depauperato l’enorme potenziale di questi settori facendoli sprofondare in una forte crisi.
Altro importante settore in crisi sul quale bisogna intervenire è quello dell’edilizia, il cui stato è sotto gli occhi di tutti, sia per l’assenza di cantieri di opere pubbliche sia per le scarse risorse economiche che sostenevano l’edilizia privata che ha determinato tra il 2007 e oggi la perdita del lavoro per circa quattromila operai e l’inattività di circa 600 imprese, oltre alla chiusura per fallimento di molte altre aziende.
Occorre che vengano implementati, come per altri settori, i tavoli di discussione presso la Prefettura di Trapani e le amministrazioni locali al fine di rendere cantierabili al più presto le opere già finanziate e per mettere in programmazione i finanziamenti previsti dagli strumenti comunitari e nazionali.
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Da tutti i congressi di categoria che abbiamo svolto fino alla scorsa settimana, e dai quali porto al congresso odierno e alla vostra attenzione ogni significato, si evince questa rinnovata voglia, che oggi è più che mai una necessità impellente, di realizzare proposte, confronti e sinergie che vadano nella direzione della concretezza.
La sintesi che mi è affidata oggi da proporre al Congresso e alle Istituzioni presenti ai nostri lavori vuole essere un contributo ed uno stimolo perché si realizzi un cambiamento, perché questa terra ricca di intelligenze e di preziose cose possa trovare un momento di rilancio che faccia star meglio chi la vive.
Dagli estenuanti talk-show e nei servizi televisivi, che fanno a gara a proporre le immagini più crude e penose, emerge nell’esame comparativo con altri paesi, o con singole esperienze lavorative realizzate da altri, come in maniera a volte banale ed utilizzando materia prima povera si possa realizzare un’attività che sia un lecito affare.
Quest’analisi diviene sconfortante quando a fronte di una necessità forte e vera si guarda la ricchezza della materia prima che questo territorio possiede, che i figli di questa terra hanno ereditato dalla natura e dai loro genitori, donne e uomini laboriosi che hanno dato, ovviamente in un contesto diverso, un futuro dignitoso agli adulti di adesso.
Si può rifiutare questa notevole eredità culturale, paesaggistica, climatica e di buona terra?
Non è un crimine non utilizzare questi elementi nel modo più semplice e opportuno per come altri, in altri luoghi, riescono a fare?
Anche a noi Sindacato, che rappresentiamo i lavoratori (tutti) spetta il compito preciso di leggere le possibili soluzioni ad ogni criticità e non sottrarci a dare il meglio di noi stessi in proposte e supporto.
È facile ad ognuno, ed è anche comodo, dire che la colpa di quel che accade è di qualcun altro, dello Stato, della crisi, della Politica, del Sindacato, dei lavoratori “fannulloni”, della pioggia o del sole.
Quel che è innegabile, è che ognuno per la sua parte deve svolgere il proprio dovere, con serietà e soprattutto con coraggio.
Quel coraggio che troppe persone, le più deboli hanno perso; le tante che hanno perso in questi ultimi anni il loro lavoro e che, pur ricche di tanti e importanti valori si sono sentite offese nella loro dignità di persone, di padri, di madri.
È indubbio che il coraggio vero dobbiamo averlo noi, ognuno per il proprio ruolo, nel realizzare le scelte che incideranno sulla vita delle persone.
È facile additare gli altri, come dicevo prima, e attribuire responsabilità. Non sarebbe corretto né saggio limitarsi a far ciò, è nostro dovere, per come abbiamo fatto e faremo, ricercare soluzioni a partire dalle persone che ci danno fiducia e speranzoso mandato di rappresentanza.
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Dai congressi di categoria giunge a questo il messaggio forte di rinnovate esigenze derivanti dalla crisi che porta a dati allarmanti.
Sono undici mila in meno gli occupati in provincia di Trapani dal 2008 al 2012.
Il dato si evince dalle elaborazioni dei dati Istat fornite dal Servizio Statistica della Regione Siciliana.
Se nel 2008 gli occupati nel territorio erano 133 mila, nel 2012 il numero si è ridotto a 122 mila, con una perdita di posti di lavoro del 10 per cento circa.
Per avere un’idea più precisa della crisi economica nel nostro territorio basta passare alle cifre sulla movimentazione anagrafica delle imprese.
Confrontando quelli relativi al terzo trimestre del 2013 e al terzo trimestre del 2012 si vede come vi siano 392 imprese registrate in meno (da 47.562 del 2012 a 47.170 del 2013), 449 imprese attive in meno (da 40.613 a 40.164) e come le imprese iscritte siano diminuite di 78 unità (da 594 a 518).
Di contro è aumentato il numero delle imprese cessate, da 524 del 2012 a 562 del 2013.
Un altro dato da tenere in considerazione è quello delle ore di Cassa integrazione autorizzate nel Trapanese.
Nel periodo febbraio-marzo 2014, secondo le elaborazioni del servizio statistica della Uil, il numero delle ore totali autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni è stata le seguente:
1. per quella ordinaria – 52.022 ore;
2. per quella straordinaria – 98.407 ore;
3. e per quella in deroga – 76.642 ore.
La Cassa integrazione, pertanto, ha dimostrato di essere un ammortizzatore sociale di straordinaria importanza, fondamentale per integrare o sostituire la retribuzione dei lavoratori che vengono a trovarsi in precarie condizioni economiche a causa di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.
Questo strumento consente anche di preservare il valore del lavoro in termini di esperienze e qualifiche maturate che con i licenziamenti andrebbero persi.
Tuttavia è chiaro che se cresce il ricorso alla Cig è perché c’è sempre meno lavoro.
I dati, dunque, sono sicuramente preoccupanti.
Nel fare la comparazione con i dati appena esposti e quelli relativi al periodo corrispondente dello scorso anno, infatti, si evince una diminuzione delle ore autorizzate di CIG Ordinaria e Straordinaria, mentre risulta fortemente in aumento quello relativo alla Cassa Integrazione in Deroga.
Ciò significa che per centinaia di lavoratori in questa provincia si stanno esaurendo gli ammortizzatori sociali, con il serio pericolo di essere estromessi dal mondo del Lavoro.
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Per uscire dalla tenaglia della crisi, il cui prezzo più alto viene sempre fatto pagare ai lavoratori, occorre far ripartire gli investimenti, troppo spesso al palo, con dei piani di investimento specifici.
Uno degli elementi determinanti è, come già detto in riferimento alle Zone Franche Urbane, la riduzione del costo del lavoro, tema sostenuto con forza dalla Uil Nazionale.

Nella nostra proposta, oltre a quanto già detto, vi è la necessità di sostenere gli esempi di economia virtuosa e di espanderli attraverso una socializzazione capillare.

Le nostre amministrazioni, sono certo, vorranno contribuire a fornire tutti gli strumenti utili agli operatori dei vari settori affinché si possa lavorare in sinergia e nel migliore dei modi.
L’occupazione giovanile è uno dei temi che ci sta maggiormente a cuore, sol che si consideri il momento storico, che è il peggiore mai vissuto.
I giovani disoccupati o in cerca di prima occupazione, come detto, sono tanti, troppi.
Abbiamo il dovere di arrestare ogni fuga da questa terra, di trattenere i suoi figli, di sostenerli con il nostro unanime impegno, perché siano loro concretamente e con ogni convincimento, co-protagonisti della ripresa.
Una delle misure nuove, interessanti e potenzialmente utili è la Youth Guarantee, la Garanzia Giovani, che è per l’appunto il Piano Europeo per la lotta alla disoccupazione giovanile.
Con questo obiettivo l’Unione Europea ha previsto finanziamenti per i Paesi Membri con tassi di disoccupazione superiori al 25%, che saranno investiti in politiche attive di orientamento, istruzione, formazione e inserimento al lavoro, a sostegno dei giovani, tra i 15 e 29 anni, che non sono impegnati in un'attività lavorativa, né inseriti in un percorso scolastico o formativo.
In sinergia con la Raccomandazione Europea del 2013, l'Italia dovrà garantire ai giovani al di sotto dei 30 anni un'offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio, entro 4 mesi dall'inizio della disoccupazione o dall'uscita dal sistema d'istruzione formale.
Ogni misura che si dovesse mettere in campo, come questa, servirà ad alimentare il rilancio dell’economia ed alleviare il grido di dolore che deriva dalla drammaticità della condizione attuale, affinché tale allarme sociale possa trasformarsi in normalità.

La normalità che può avere una famiglia nella quale almeno un componente abbia il lavoro, un reddito dignitoso, utile a far fronte alle necessità vitali e poter garantire ai propri figli, oltre al sostentamento, l’istruzione in ragione delle capacità dell’individuo e a prescindere da ogni eventuale disagio derivante dalla mancanza di lavoro.
Normalità è libertà.
Quella libertà che tiene lontani da rischi i giovani, oltre che gli stessi adulti, e che dirige gli stessi verso quei valori che sono l’anima dei buoni comportamenti dei futuri cittadini.
Oltre ad ascoltare il grido che giunge a noi da chi perde il posto di lavoro abbiamo un impegno pressante e delicato da assolvere, anche noi come Sindacato, vale a dire quello di guardare ai Giovani, ai giovani di questa provincia in modo particolare per necessità cogente e per non dimenticare il futuro.
Ai giovani come sindacato intendiamo riferire un’attenzione particolare, per certi versi nuova, moderna che guardi ai nuovi mestieri che guardi alle opportunità che ci sono, facendo sì, che su ogni tizzone essi possano essere istruiti a soffiare con forza il coraggio della ricerca del lavoro prima e la possibilità di poterlo fare al meglio e con professionalità dopo.
È capitato nel passato che gente del meridione e di questa terra, con la propria creatività e con la propria determinazione sia riuscita ad emergere, siamo legittimati a pensare che questa “storia” si debba ripetere.
Abbiamo assunto un impegno importante e pregno di responsabilità aggiungendo al nostro logo, alla nostra significativa sigla, il nostro vero intendimento, vale a dire quello di essere il “sindacato dei cittadini”.
Di ciò facciamo esercizio più che mai in questo periodo, nel periodo di reale necessità, lo facciamo per come abbiamo sempre fatto stando vicini ai lavoratori nei luoghi di lavoro e attraverso i nostri servizi erogati nelle sedi presenti nella quasi totalità dei comuni della Provincia.
Lo facciamo attraverso tutte le strutture che informano, coadiuvano, allertano e propongo ogni genere di miglioria per i giovani, i disoccupati, i pensionati e i lavoratori che ogni giorno si rivolgono alla nostra organizzazione.
La scelta fatta dalla conferenza di organizzazione della Uil a Bellaria nel 2012, ci ha trovati già pronti ed in cammino verso il nuovo modello organizzativo pensato e deliberato in quella sede, che vede un sindacato a rete dispiegarsi nei territori, la cui funzione deve essere quella di dare risposte a lavoratori e cittadini, sugli aspetti Sindacali e contrattuali, oltre a quelli dei servizi, vale a dire del nostro patronato (l’Ital) e quelli del nostro Centro Fiscale (il Caf).
In questa provincia il modello organizzativo confederale attuato sotto l’incisiva guida di Giovanni Angileri, che continuiamo a realizzare, quindi, è in piena sinergia con la Uil Nazionale.
Per il fatto che qui, in tutte le sedi comunali dislocate nel territorio trovano collocazione tutti i servizi, sia fiscali sia previdenziali, siamo in grado di dare assistenza ai nostri iscritti per risolvere i problemi quotidiani degli stessi.
La collaborazione tra le categorie e le camere sindacali ha consentito a tutta la Uil una crescita costante in tutti i settori, potendo anche contare su quadri dirigenti ed operatori multifunzionali, in grado di svolgere tutte le attività con alta professionalità.
Giovanni, per questa esperienza, nel ricoprire il ruolo di Presidente del Caf, sta già dando concretamente un contributo importante alla realizzazione della nuova politica dei servizi della Uil.
Intendiamo continuare a realizzare i risultati di questi anni, e proveremo a migliorarci, lo faremo oltre che con i Servizi del Caf e dell’Ital, attraverso ogni altra realtà che opera all’interno della Uil, per sostenere più capillarmente ogni singola tematica.
Lo faremo con l’Adoc, l’associazione dei consumatori della UIL, che ha realizzato la sua attività con la precipua finalità di far acquisire ai cittadini la consapevolezza dei propri diritti e le modalità per farli valere, mettendo a disposizione tutta una serie di servizi a tutela e realizzando un importante sistema di informazione. L’Adoc è intervenuta per lenire il caro vita, ad iniziare dal prezzo del pane, monitorando la qualità dei prodotti alimentari, vigilando sulla qualità dell’acqua potabile e la sua erogazione; è intervenuta sulla qualità dei servizi comunali e su tanti altri servizi.
Per l’Adoc la salute è stata e sarà centrale nei suoi temi di intervento, con la partecipazione alla Commissione Consultiva Aziendale dell’Asp di Trapani che ha il compito di esprimere parere sull’attività dello stesso Ente e la qualità dei suoi servizi.
E’ stata posta dall’Adoc come priorità l’istituzione di un servizio di radioterapia e di chemioterapia, più efficiente e più diffuso, e di uno sportello informativo sulle neoplasie, vista la preoccupante incidenza di queste patologie nel nostro territorio.
Con l’ADA, l’Associazione dei diritti degli anziani, siamo vicini ai “diversamente giovani” nel modo più fattivo e naturale, creando ogni condizione per svolgere attività che danno a quanti vi si dedicano e a quanti per il loro tramite ne usufruisco momenti importanti in termini di servizio e di socializzazione.
Con l’Ada contiamo di essere, a breve, in un numero superiore di Comuni, e fare quel che al momento bene è stato realizzato a Marsala.
L’attività dell’ADA è strettamente collegata con l’attività che i Comuni riescono a mettere in campo per gli anziani e creare un’ottima cinghia di trasmissione tra i nostri associati “non in servizio” e la pubblica amministrazione in genere.
Riteniamo che la presenza nei sei Distretti Socio Sanitari dei nostri attenti rappresentanti possa rafforzare la nostra azione a sostegno di ogni utile iniziativa e creare le condizioni perché i nostri servizi di assistenza e tutela fiscale siano fruibili da una sempre maggiore platea di soggetti beneficiari.
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Con l’Ufficio Studi, Statistiche e Programmazione, che mette insieme, nella buona sostanza, i dirigenti e gli operatori della nostra organizzazione, secondo il concetto di sinergia che quotidianamente alimentiamo, siamo nella condizione di leggere le necessità che vi sono sul territorio, le richieste di intervento e i risultati che produciamo nel complessivo e nelle singole camere sindacali comunali.
Ciò ci permette di poter socializzare le esperienze virtuose al nostro interno per rafforzare la nostra presenza sulle singole tematiche in ogni territorio e ci permette, ovviamente, di potere programmare ogni strategia d’intervento che rafforzi la nostra presenza sia nei punti di erogazione dei nostri servizi sia nei luoghi di lavoro.
Il confronto dei dati e delle necessità consente, come fatto naturale, di far accrescere maggiori competenze al gruppo dirigente e ai nostri operatori, persone serie, che dimostrano quotidianamente la propria professionalità, la propria abnegazione e ancor di più, e ciò è elemento determinante, il loro senso dell’appartenenza.
Con l’Ufficio Legale, siamo riusciti ad evidenziare che il Lavoro di equipe ed in rete ha affermato un successo di straordinaria partecipazione.
Avere immaginato degli sportelli in tutte le sedi comunali come un centro di ascolto ha permesso di valorizzare quel progetto polifunzionale di analisi, approfondimenti, proposizioni e soluzioni da offrire ai cittadini lavoratori.
L’Ufficio Stampa ci ha consentito e ci consente di comunicare con l’esterno nel migliore dei modi possibile, in tempo reale. Essere presenti e potere rappresentare la nostra posizione sulle tematiche che si sviluppano sul Territorio ci permette di rafforzare il nostro modo di essere sindacato, entrando attraverso internet e i nuovi sistemi di comunicazione nelle case delle persone, a proporre, sommessamente, la nostra vicinanza.
La comunicazione ha rivestito per noi, soprattutto negli ultimi quattro anni, un’idea dominante, abbiamo pensato che essere presenti con un sito internet e sui social network potesse essere importante; oggi i fatti ci danno ragione, e lo dimostrano i dati sempre crescenti dei visitatori del nostro sito e il numero lievitato di coloro che ci seguono su Twitter, su Facebook, su Google+ e su You Tube.
La comunicazione interna ha raggiunto livelli che oserei definire di eccellenza.
Rimane, in ogni modo, pur vero che se da un canto i moderni mezzi di comunicazione rafforzano la comunicazione stessa nell’immediatezza e nella sintesi, dall’altro la presenza fisica degli interlocutori non può essere annullata e rimane la vera essenza del nostro impegno sindacale che ci vede tra la gente, tra i lavoratori, con una costante attenzione alle istanze che da loro ci arrivano, e quindi con un livello di attenzione che non deve abbassarsi mai.
Attraverso una rinnovata e più autorevole presenza sui luoghi di lavoro, con le RSU elette e i Rappresentanti Designati, abbiamo, e ancor di più e meglio desideriamo dare un nostro contributo di idee, di fattiva collaborazione, di dimostrazione di abnegazione e professionalità lavorativa (altro che fannulloni), elementi di forza per il lavoro produttivo e quindi dignitoso che possa essere semplice e naturale testimonianza di efficienza.
I successi conseguiti in occasione delle ultime consultazioni, fra i lavoratori del pubblico impiego in generale e nel privato, sono la testimonianza di quanto affidabile risulti essere la nostra organizzazione; atteso che abbiamo primeggiato in tutti comparti produttivi e pubblici del modo del lavoro, traguardando il risultato di essere divenuti la prima organizzazione nella provincia di Trapani.
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Emerge dagli interventi dei rappresentanti della Uil dei vari luoghi di lavoro, oltre al grido di dolore per il mancato rinnovo dei contratti, una testimonianza valoriale legata al ruolo che ognuno di essi ha ricoperto, alla stima che in loro ripongono i lavoratori che essi stessi rappresentano nell’esercizio del mandato.
In questi valori testimoniati abbiamo letto il senso del nostro esserci, il senso dell’esserci stati, abbiamo letto la nostra forza dell’essere squadra, e la cosa che ci ha maggiormente gratificati è stato esserci quando servivamo.
Ed è questo concetto di utilità della Uil, e permettetemi di dire della Uil di Trapani, che oggi impone a chi vi parla in nome e per conto di tutti i dirigenti impegnati ad ogni livello, di continuare nell’azione svolta guardando ad ogni criticità esistente come si guarda ad un obiettivo da traguardare, riferendosi al bicchiere mezzo vuoto e non certamente al mezzo pieno, per come ci impone il tempo che viviamo, sapendo che siamo in salita, ma che tale non potrà mai rimanere.
È il concetto di squadra che ci permette di essere anche appetibili e che ci consente attraverso la versatilità e la competenza degli operatori dei nostri uffici di essere in grado di dare concrete risposte in termini di soluzioni a chi si riferisce a noi.
È nel concetto di squadra che abbiamo scoperto di essere simili, di essere a volte anche compensativi, altruisti ed insieme curiosi per migliorarci come tecnici, come dirigenti e come persone.
La nostra comunità non ha fatto fatica a diventare una famiglia, a riscoprire sotto la stessa icona valori comuni che nella stragrande maggioranza dei casi sono sfociati in forti e veri rapporti di amicizia.
Colgo, a nome dei dirigenti tutti dell’organizzazione l’occasione per porgere, in ogni modo, a quanti la lavorano nella Uil il ringraziamento dovuto per il modo di intendere la loro importante e laboriosa attività per, vale a dire in favore, della Uil nel convincimento che l’impegno profuso vada in favore dei lavoratori, dei pensionati e dei non occupati in cerca di un lavoro in questo territorio.
Grazie! Senza questo spirito la Uil di Trapani non potrebbe essere quel che è ed avere, quindi, le condizioni per svolgere il ruolo che è chiamata a svolgere.
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Desidero, in conclusione, rassegnare al Congresso pochissime valutazioni assolutamente personali nella speranza che ciò non implichi un ulteriore sforzo in termini d’attenzione, alla Vostra già provata pazienza.
Provo a rendere testimonianza del mio tempo nella Uil, per la Uil.
Questi anni, adesso 17, che ho utilizzato nel ruolo di Dirigente, nella Scuola nei primi 10, in confederazione e contestualmente nella Scuola negli altri 7, mi hanno arricchito di mestiere e nell’essere “uomo”, e sono certo che sono e saranno importanti per la mia vita e spero siano utili, ancor di più per la Uil che ho imparato ad amare e servire.
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A volte mi chiedo se questa mission sia interpretata da chi la vive dall’esterno nel vero significato che ho voluto dare ad essa.
Se viene interpretata in modo puntuale, per come io l’ho intesa vivere, con rigore morale ed abnegazione, dalle tante persone che nella Uil ho incontrato.
Ognuno con una propria storia, ognuno di loro, ognuno di voi, con ogni evidente ed inevitabile differenza, mi ha insegnato, non solo attraverso consigli crudi e nudi, ma anche per via dell’impegno profuso da ognuno, a sposare una causa, a star sotto una bandiera e ad essere loro stessi, Voi stessi, icone del ruolo di tutori dei più deboli e di chi altrimenti non avrebbe una voce.
Certe altre volte, nei momenti di sconforto, che in questi anni non sono neppure mancati, sono stato attanagliato dal dubbio di quel che facessi, in termini di utilità personale e familiare e di valenza concreta per gli altri; tale dubbio metodicamente è stato cacciato via dalla prima richiesta d’intervento a tutela di qualcuno e a difesa di un principio.
Dalle amarezze di taluni momenti ho tratto la linfa per tentare di far di meglio e ho raccolto sempre gli inviti o le sfide come forme di confronto importante per far valere una ragione, per dimostrare che quando ci si impegna, con umiltà e lealtà i risultati non possono mancare.
È stato da un’amarezza, non piccina, che è nata la mia personale esperienza, oltre la categoria della scuola, in confederazione; ed è scaturita dall’intuito di un dirigente confederale che ha scelto me, in quel momento particolare, facendo fors’anche una scelta coraggiosa, attivando in me quella molla rivitalizzatrice che necessita a rialzarsi e continuare a lottare per obiettivi migliori.
Per questo sono grato a Giovanni Angileri. E non solo per questo.
Oltre che in quella circostanza, nella quale ero prossimo “a mollare”, egli mi ha proposto dopo sette anni, unitamente ai colleghi di segreteria, al gruppo dirigente della Camera Territoriale di Trapani per la guida dell’organizzazione.
Di ciò sono stato e sarò sempre onorato, con Giovanni Angileri e con voi tutti, desidero condividere un percorso di vita ispirato ai valori fondanti dello “stare insieme” che in questa realtà vi sono, e rafforzare il concetto di squadra, anche ampliando la stessa, in modo semplice, concreto, in favore di chi ha bisogno di rialzarsi, di chi non può mollare, di chi teme di perdere la propria identità di persona non potendo avere il Lavoro.
Desidero farlo, caro Giovanni e cari colleghi tutti, con l’umiltà che necessita e con l’impegno serio e leale.
Con l’augurio che il mio lavoro possa significare per la Uil di Trapani elemento di positività. Viva la Uil, viva la Uil di Trapani.

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